ENO(N)DITE CHE NON LO SAPEVATE - curiosità sul vino -


IL MONETPULCIANO.... NON E' DI MONTEPULCIANO!!

Siamo nella valle Peligna, una località a 400/500 metri s.l.m., un altipiano della provincia dell'Aquila.
Qui, Ovidio decantava ne "La Metamorfosi" la bellezza dei vigneti presenti, raccontando come quei vini pregiati venivano portati a Roma alla corte degli imperatori.
Ora.... che nel tempo le nomenclature siano cambiate ci può stare, ma l'orgoglio abruzzese dice che quel vino delizioso era proprio il Montepulciano d'Abruzzo, oggi una D.O.C. che rappresenta il secondo vino italiano più venduto dopo il Chianti.
Quindi, leggende a parte, secondo le quali addirittura Annibale curò i suoi cavalli dalla scabbia lavandoli con abbondante Montepulciano d'Abruzzo, possiamo dire che questo vitigno poco ha a che vedere con il suo quasi omonimo Vino Nobile di Montepulciano; il primo prende il nome dal vitigno, l'altro dalla località dove viene prodotto. Concetto confermato anche dagli enologi che con certezza diversificano le tipologie di uvaggio, così di fatto annullando qualsiasi tipo di conflitto.
Il Montepulciano d'Abruzzo è un vitigno tardivo che si arriva a vendemmiare anche alle prime settimane di Ottobre, a differenza del Nobile di Montepulciano che viene prodotto da uve clone del Sangiovese grosso: il prugnolo gentile. Questo li differenzia dando magiore struttura e corpo al vino abruzzese e un gusto più delicato e meno maturo a quello toscano.

Il Montepulciano d'Abruzzo oggi è una DOC importantissima e riceve nel 2003 una DOCG nelle sue zone teramane: Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane. Riconoscimento che valorizza ancor di più il lavoro dei viticoltori abruzzesi, da sempre amanti e difensori orgogliosi della loro terra. 
Altezza max imposta dalla DOC per la coltivazione: 500mt s.l.m., fino a 600 per i terreni esposti a mezzogiorno, con una resa massima di 140 q.li per ettaro.
Il vino che ne viene, la cui ultima annata speciale è stata il 2006 (ma ci si aspettano anche quest'anno risultati eccezionali), è un rosso strutturato e portato all'invecchiamento, con il 90% minimo di vitigno madre e una contaminazione massima del 10% di sangiovese, ha una gradazione minima che va dagli 11%vol agli 11,5%vol della riserva; la docg prevede un invecchiamento minimo di due anni in rovere o castagno (3 per la riserva) e sei mesi di affinamento in bottiglia.
Molti si chiedono, ma questi tempi... due anni, sei mesi, ma da quando partono???
Beh, per questo vitigno vanno dal 1°Novembre dell'annata di produzione.
Sul mercato ne possiamo trovare per ogni gusto e per ogni tasca... punto forza di questo vitigno, di cui possiamo e dobbiamo ringraziare la genuinità dei viticoltori locali, è la possibilità di poterlo acquistare ad un prezzo giusto, con un'ottima qualità, da molte Cantine Sociali che lo mettono in commercio anche sfuso.


Il problema sarà poi la conservazione... se avete nei paraggi la possibilità di reperire vino sfuso della qualità che voi decidete giusta alle vostre esigenze, compratene poco e spesso, conservatelo in bottiglie di vetro con tappo a vite, e una volta aperto se non lo consumate tutto, fatelo in fretta... :-) o acquistate con pochi euro quella famosa siringhetta con tappi a valvola togli aria!
Sui tappi ci sarebbe da aprire un capitolo a parte.... lo faremo!

Per finire... l'Abruzzo è una regione che abbraccia grandi montagne e infiniti altipiani fino al mare, produce uve pregiate e apprezzate in tutto il mondo, ha una cucina semplice ma saporita e fatta di prodotti sempre ed esclusivamente legati al territorio.
Bevetevi un buon bicchiere di Montepulciano d'Abruzzo con questa tipica ricetta, semplice e gustosa...















IL PROSECCO...
 NON E' UN MOVIMENTO A FAVORE DEI MAGRI!!

- se vi annoia la tecnica... saltate direttamente al metterlo in tavola, qualche riga più giu!! ;-) -




Da sempre, prima dell'avvento dello Spitz di cui comunque è componente fondamentale, il Prosecco ha fatto parte di quei tavolini dei bar dove campeggiavano dalle 11 in poi cestini di patatine e noccioline rancide... che peccato!!
Il nome Prosecco è utilizzato per indicare un vino a denominazione d'origine tpicamente italiano e molto apprezzato nel mondo, secondo voi può esse scolato senza riguardo solo per mandare giu due patatine prima di pranzo?!
Vediamo un pochino di dargli la raddrizzata che merita...
Prodotto in diverse tipologie, fermo, frizzante e spumante, proviene esclusivamente dall'italia nord-orientale; dal 2009 la produzione di questo vino è divisa tra due denominazioni: D.O.C.G. Conegliano Valdobbiadene (prodotta nell'omonima area collinare in provincia di Treviso) e D.O.C. Prosecco (che sostituisce le I.G.T. venete e friulane che potevano utilizzare questo nome).
Fino al 2009 il nome Prosecco era riferito a una varietà di uve, ma questo non permetteva di tutelare in modo efficace l'area di produzione della denominazione di origine Prosecco, quindi cambio di rotta e cambio di nome: il nome del vitigno è stato cambiato in GLERA, sinonimo di origini antiche.
Oggi è diffuso soprattutto in veneto e in Friuli Venezia Giulia ed è coltivato sebbene limitatamente, anche in Argentina; ha una maturazione tardiva, prima quindicina di ottobre, e una buona produttività.
Predilige terreni collinari e non troppo asciutti, è un uvaggio molto delicato e viene utilizzato esclusivamente per la vinificazione, ne vengono prodotti vini tranquilli, frizzanti e spumanti di colore giallo paglierino, con un gradevole aroma fruttato, sapore asciutto e gradevolmente amarognolo, non molto corposi e da consumare giovani.

I VINI SPUMANTI

Per essere definito spumante, un vino deve avere, prima della stappatura, una sovrappressione dovuta all'anidride carbonica disciolta non inferiore a 3,5 bar (e ritornano i bar... ma senza patatine!)
La lavorazione di queste uve prevede l'estrazione di un mosto che proviene dal cuore dell'acino, con una resa di 70lt di vino ogni 100Kg di uva!!
Dopo questa lavorazione si procede alla "presa di spuma", che non è un'azione militare organizzata, ma un procedimento che prevede l'ultilizzo di grandi recipienti a tenuta di pressione (autoclavi) in cui viene lasciato il vino assemblato per almeno 30 giorni insieme a zucchero e lieviti. In questo periodo, il contatto di questi ultimi provoca una rifermentazione e quindi lo sviluppo delle bollicine; al termine del procedimento il vino viene imbottigliato e, dopo 30/40 giorni, è pronto per essere venduto.

Curiosità: Gli spumanti acquisiscono diciture diverse a seconda del tenore di zuccheri presente:
                brut nature : <3gr/lt
                extra brut : <6gr/lt
                brut : <12gr/lt
                extra dry : 12<>17gr/lt
                secco, dry : 17<>32gr/lt
                demi-sec : 32<>50gr/lt
                dolce : >50gr/lt

I VINI FRIZZANTI

I vini frizzanti si differenziano dagli spumanti in quanto la loro sovrappressione, dovuta all'anidride carbonica in soluzione, deve risultare tra 1 e 2,5 bar.
Per ottenere un vino frizzante naturale occorre interrompere la fermentazione quando solo una parte degli zuccheri è già stata trasformata in alcol, questo per consentire che il processo prosegua a poco a poco nel vino imbottigliato; è anche possibile produrre vini frizzanti aggiungendo lieviti al vino e facendolo rifermentare, o addirittura gassificandoli artificialmente: il gas è aggiunto al vino per mezzo di una bombola contenente anidride carbonica, in questo caso però deve esserci la segnalazione in etichetta "addizionato di anidride carbonica".
Non è comunque il caso del Prosecco, che può essere solo frizzante naturale!

Dopo tanti pramboli, necessari, vediamo quindi nello specifico il nostro prosecco...

PROSECCO D.O.C.

Può essere prodotto come vino fermo, frizzante o spumante, non lo sapevate eh?!
Viene prodotto in un'area di tipo pianeggiante con alcune zone collinari, situata nella parte nord-orientale dell'italia; punto importante le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte che avvengono dopo la stagione estiva, queste consentono, nella fase conclusiva della maturazione, lo sviluppo di profumi intensi e fini che compongono i sentori floreali e fruttati tipici di questo vino.
Tutti i vini con la denominazione prosecco DOC vengono ottenuti dal vitigno Glera per almeno l'85%, questo vitigno è caratterizzato da un modesto accumulo di zuccheri e da una buona presenza di acidità e sostanze aromatiche, che permettono di ottenere un vino base poco alcolico e piacevolmente eromatico.
Tutte le operazioni di vinificazione devono essere effettuate nella zona di produzione delle uve; la versione spumante deve essere ottenuta solo per fermentazione naturale in grandi autoclavi (metodo Martinotti) e utilizzando mosti o vini che abbiano un grado alcolico naturale non inferiore a 9% vol.
La versione frizzante deve essere ottenuta invece esclusivamente per fermentazione naturale in bottiglia o in autoclave.
il grado alcolico minimo di entrambe i prodotti deve essere 10,5% vol per il frizzante e 11% vol per lo spumante.

CONEGLIANO VALDOBBIADENE-PROSECCO D.O.C.G.

Questa denominazione è riservata a vini di diverse tipologie, la più diffusa è senza dubbio la tipologia spumante prodotta nella nelle versioni brut, extra dry, e dry secondo il metodo Martinotti.
Il Conegliano Valdobbiadene-Prosecco DOCG viene prodotto nella fascia collinare della provincia di Treviso compresa tra le cittadine di Conegliano e Valdobbiadene; si tratta di una zona dai terreni molto fertili grazie alla sua posizione soleggiata a metà strada dalle Alpi, che la proteggono dai venti freddi che arrivano da nord, e la laguna di Venezia con le sue temperature miti.
Nel cuore di quest'area è presente una piccola sottozona di soli 106 ettari denominata Cartizze, compresa tra le frazioni di Saccol, San pietro di Barbozza e Santo Stefano nel comune di Valdobbiadene; questa microarea ricopre i terreni più antichi della denominazione, formando una sorta di anfiteatro naturale dotato di una particolare pendenza e un'esposizione verso sud.
Lo spumante che si ottiene da questi vigneti è di particolare eleganza e rappresenta la massima espressione del vino Conegliano Valdobbiadene.
Anche in questo caso le uve Glera rappresentano mino l'85% della composizione del vino, pensate che le uve appartenenti a questa denominazione devo avere una resa massima di uva per ettaro non superiore a 13 tonnellate e mezzo, 12 per il superiore Cartizze!
Fatte salve le aggiunte (max 15%) di altri vitigni locali e autorizzati, le operazioni di vinificazione devo essere fatte all'interno dei comuni della zona di produzione delimitata, mentre le fasi di preparazione del vino spumante e frizzante, le pratiche enologiche per la presa di spuma, la dolcificazione e le operazioni di imbottigliamento e confezionamento, devono essere effettuate nella provincia di Treviso.
Il grado alcolico totale minimo è fissato a 10,5%vol per il frizzante, a 11%vol per il vino spumante superiore e a 11,5%vol per il superiore di Cartizze.

Curiosità: quante volte si legge o si sente "millesimato"?! Immaginando procedimenti alambicchici...
il termine millessimato può essere utilizzato purchè il vino sia ottenuto con almeno l'85% del vino dell'annata di riferimento, indicata in etichetta. La loro qualità è dovuta alla decisione da parte del produttore, di creare questa tipologia di vino in un'annata particolarmente buona, utilizzando solo uve di quel "millesimo".






CHE DITE.... ORA CHE SAPPIAMO COS'E',  LO PORTIAMO A TAVOLA???
- mettiamolo in pratica -
Forse qualcuno sarà più confuso di prima su questo Prosecco, ma sono certo che oltre la natura tecnica di questo argomento, le informazioni che seguono interessaranno davvero tutti!


Partiamo dall'acquisto... 
quando scegliete una bottiglia di Prosecco, non dimenticate di guardare bene l'etichetta verificando che il prodotto corrisponda alle vostre esigenze per grado alcolico o doneminazione: se lo dovete usare come aperitivo segliete un dry, se lo dovete abbinare a un pasto scegliete un brut o un extra dry, se invece volete accompagnarvi un dolce puntate a un demi sec o a un dolce.
Non si dovrebbero mai acquistare vini esposti in vetrina, vicino a luci forti o prossimi a fonti di calore.

La conservazione... 
riponetelo in un posto buio, a una temperatura tra i 10/15°C, tenete presente che il Prosecco è un vino che si esprime al meglio nell'anno successivo alla vendemmia e, per poter godere degli aromi fruttati e floreali tipici, va bevuto entro 18/24 mesi dall'imbottigliamento.
Dopo che avete stappato la bottiglia, se non la consumate interamente (ci credo poco), potete richiuderla con l'apposito tappo metallico a pressione (stopper) che impedisce la dispersione delle bollicine; non levate mai l'aria con quelle "siringhe" togli ossigeno che si utilizzano per il vino tradizionale... lo uccidereste!!

Curiosità: la credenza, piuttosto diffusa, secondo cui un cucchiaino metallco rovesciato eviterebbe la dispersione del gas, è decisamente una leggenda!!

Il servizio... 
il Prosecco deve essere servito in un calice a tulipano piuttosto ampio per poter apprezzare la ricchezza degli aromi. E' consigliabile berlo a una temperatura di 6/8°C, a seconda della tipologia e degli abbinamenti, per far risaltare la fragranza caratteristica; si suggerisce quindi di raffreddare la bottiglia prima di servirla lasciandola per un'ora in un secchiello con ghiaccio e acqua fredda, o facendola riposare sdraiata nella parte bassa del frigorifero per 3/4 ore. Evitare di mettere la bottiglia nel freezer anche solo per pochi minuti: un abbassamento troppo brusco della temperatura ne altera l'equilibrio strutturale.

Stappiamolo...
Molto importante, tanto da meritare paragrafo a parte, è il momento della stappatura...
la bottiglia va stappata lentamente evitando di cercare il caratteristico botto: in questo modo preserverete la frizzantezza del vino ed eviterete danni da collisione accidentale (o no).
Allentata la gabbietta, va concentrata l'attenzione sul tappo che ve sempre tenuto con forza verso il collo dela bottiglia, lentamente va fatto girare il vetro dalla base, in modo da far fuoriuscire lentamente sia il gas che il tappo; cercate di contrastare il più possibile la forza di fuoriuscita del tappo e fatelo quando la bottiglia è ben fredda.

Infine.... cercate di non servire mai un Prosecco, o uno spumate (ma possibilmente anche altri vini), in bicchieri lavati in lavastoviglie o con detersivi, questi formano una patina che ostacola la liberazione della spuma.
Basta semplicemente lavarli con acqua ben calda, sciacquandoli abbondantemente e poi asciugandoli facendoli sgocciolare; se avete dubbi sulla pulizia, "avvinate" il bicchiere con un goccio di vino facendolo roteare su tutta la sua superfice interna, per poi gettarlo.

Abbinamenti...
Dirvi di abbinare il vostro Prosecco a un buon radicchio trevigiano, sarebbe davvero troppo semplice!
Degustatelo con asparagi e risotti bianchi, funghi di bosco e in particolare assaggiatelo con dei porcini.
Formaggi semi stagionati, polenta bianca, ma azzardate anche della svelvaggna di carne bianca; poco c'è da dire sul pesce... spiedini di scampi o molluschi, crostacei, ma anche eccezionalmente con sushi e sashimi.



Quando ordinerete un Prosecco al bar.... fatevi poche domande.... ma rimandate indietro le patatine!!!!
 e fatevelo servire in un calice a tulipano, un pò sboccato... :-)

e per saperne di più...   http://www.coneglianovaldobbiadene.it/



SCEGLI UN "LOCALE BIANCO"....
PER LE TUE VACANZE IN SARDEGNA!!



Arriva l'estate e le terre sarde cominciano a diventare materia di discussione per le prossime, vicine, lunghe, medie, corte, sospiratissime vacanze al mare....
Con acque cristalline e coste frastagliate, un entroterra spigoloso e mediterraneo, la Sardegna si rivela una delle terre più difficili da coltivare; e se è vero che dalle terre più dure da addomesticare si ottengono i frutti più preziosi, qui alla mercè del maestrale, il Vermentino a dispetto delle coste che vanno dalla Spagna alla Liguria, da vita a un bianco dal gusto inconfondibile.
Quest'isola meravigliosa annovera una DOCG, tre DOC e un IGT, quindi quando sarete spaparanzati nel giardino della vostra casa vacanza, piuttosto che seduti davanti a una carta dei vini fingendo di capirci qualcosa, o magari se sfilerete per un quarto d'ora davanti i scaffali dei vini di un enoteca o di un supermercato, scegliete un bianco, ma non buttatevi a caso...


sappiate che i vini sardi sono questi...

VERMENTINO DI SARDEGNA  D.O.C.

Viene ottenuto da uve della varietà Vermentino che possono essere prodotte in tutto il territorio sardo, con l'ammissione di presenza di altre uve bianche autorizzate per un massimo del 15%.
Il grado alcolico mino è il 9,5% vol., al palato può risultare secco o amabile, ma deve essere acidulo e con un leggero retrogusto amarognolo; cosa che riscontriamo anche nel profumo delicato e gradevole, come nel colore, che varia dal bianco al paglierino con leggeri riflessi verdolini.
Abbinatelo con antipasti di pesce senza salse, ostriche, pesce alla griglia, fantastici malloreddus con le vongole... 
Consigliati: Cantina Santadi Vermentino di Sardegna doc Villa Solais  - euro 4,80 al supermercato
                     Cantina Contini Vermentino di Sardegna doc Tyrsos - euro 5,00 al supermercato

VERMENTINO DI GALLURA  D.O.C.G.

Può contenere solo uve Vermentino che provengano dalla Gallura ( una zona a Nord-Est dell'isola) e qui vinificate; l'imbottigliamento invece può essere effettuato in tuta la Sardegna.
Il colore è paglierino con leggeri riflessi verdognoli; il profumo è intenso e il sapore morbido con retrogusto amarognolo. il grado minimo alcolico deve essere di 12% vol.
Abbinatelo con tutti i piatti di pesce, crostacei specialmente, carni bianche e dell'ottimo pecorino sardo...
Consigliati:  Cantina del Vermentino Monti Vermentino di Gallura docg S'éleme - 4 euro
                     Cantina Gallura Vermentino di Gallura docg Canayli - 8 euro al supermercato

NURAGUS  D.O.C.

Così si chiamano le uve di cui è composto per un mino dell'85%, e che vengono prodotte nel territorio della provincia di cagliari, nuoro e Oristano; anche la vinificazione deve essere fatta in queste zone.
Di colore giallo paglierino tenue, secco o amabile, è sapido, armonico, leggermente acidulo.
la gradazione alcolica minima è di 10,5% vol e si può trovare anche in versione frizzante.
Può essere abbinato ad antipasti magri e sughi bianchi di pesce, zuppe di mitili o crostacei lessati.
Consigliato: cantina Argiolas Nuragus di Cagliari doc S'Elgas  - 4,60 euro al supermercato

ALGHERO  D.O.C.

Anche qui abbiamo una percentuale minima dell'85% di uno specificato vitigno come Souvignon, Torbato, Chardonnay, e la zona di produzione riguarda alcuni comuni di Sassari e provincia.
Il Souvignon è di colore paglierino tendente al verdognolo; il profumo gradevole e fruttato; il sapore asciutto e persistente con un grado alcolico minimo di 11% vol.
Bevetelo con una zuppa di pesce, primi piatti regionali o un fiore sardo.
Consigliato: cantina Sella e Mosca Alghero doc Le Arenarie - 7,50 euro al supermercato

ISOLA DEI NURAGHI  I.G.T.

In questo vino si va per esclusione... tolti i vitigni cannonau, carignano, girò, malvasia, monia, moscato, nasco, nuragus, semidano, vermentino e vernaccia, è ottenuto da uve provenienti da vitigni autorizzati e prodotti nelle province di cagliari, Nuoro, oristano e Sassari.
Per il bianco Isola dei Nuraghi, le caratteristiche cambiano a seconda delle zone e dei vitigni di produzione, la classificazione I.G.T. lo vincola solo al grado minimo alcolico che è di 10,5% vol.
Si beve con piace su tutti i piatti bianchi, purchè non conditi da salse dal gusto forte.    
Consigliato: Cantina di Dolianova Isola dei Nuraghe igt Santesu - 3 euro al supermercato


Curiosità: "contine solfiti"
Su tutte le bottiglie in commercio campeggia questa scritta troppo spesso poco visibile, cosa significa??
E' la dichiarazione di presenza di una sostanza che si chiama andride solforosa: un additivo usato nelle tecniche produttive, per impedire alterazione causate dai batteri e dai lieviti.
I limiti di legge sono di manica larga, il loro massimo consentito supera, con due bicchieri, la dose giornaliera accettabile di un adulto di 70kg!
Fortunatamente sono veramente pochi quelli che raggiungono limiti così alti, ma di fatto, una assunzione massiccia di anidride solforosa, oltre a nuocere alla qualità del vino, può causare nausea, mal di testa e problemi digestivi.
                                                     
Chiare le emicranie da sbornia?!?!





SCUSI QUESTO VINO E' DOC...??
GLI MANCA SOLO LA TESI!!


Credo sia inevitabile che ognuno di noi, almeno una volta nella vita abbia fatto questa domanda (e molte altre volta l'abbia fatta a se stesso in gran segreto...), oggi, che D.O.C. sia l'acronimo di Denominazione di Origine Controllata è alla portata di tutti, ma cosa significhi realmente, non tutti lo sanno.
Partiamo dall'inizio: il "vino da tavola"; questo, è la base della piramide qualitativa del vino, un prodotto che non è soggetto a specifiche regole di produzione, se non al grado minimo alcolico pari a 10°. Dopo di lui tutto tutto il vino d'Italia.
Vediamolo:
I.G.T. Indicazione Geografica Tipica
Si tratta di vini che provengono da zone produttive più o meno ampie, la disciplinare stabilisce la percentuale di vitigni che debbono essere presenti nel vino, come anche che una certà percentuale (di solito l'80%), debba provenire da un'area geografica ben precisa, come anche la resa massima di uva per ettaro.
Una curiosità? I vini I.G.T., non hanno l'obbligo di esporre l'annata sulle proprie etichette.
D.O.C. Denominazione di Origine Controllata
Sono diverse centinaia le D.O.C. d'Italia che seguono delle specifiche precise per poterne far parte.
Il vino deve essere prodotto da uve che possono provenire solo da un territorio ben delimitato e ristretto, sono stabilite anche varietà di uve consentite, le rese per ettaro, le modalità ed i tempi di affinamento in botte o acciaio. Non solo, ma sono stabiliti anche dei parametri analitici minimi, che il vino D.O.C. deve avere, come grado alcolico, acidità fissa, percentuale delle ceneri. Lo so che lo state pensando... " ceneri?!" Per ceneri si intendono, in poche parole, le sostanze minerali di un vino, quelle che in un'analisi organolettica ne danno la sapidità.
D.O.C.G. Denominazione di Origine Controllata e Garantita
Il vertice della nostra piramide conta poco più di 70 etichette in tutta Italia, rappresentando produzioni di particolare pregio, osservando delle disciplinari molto severe e controlli analitici e organolettici su ogni singola partita di vino anche prima dell'imbottigliamento.
Per farvi un esempio possiamo parlare di Barolo o di Chianti, ma si distinguno dagli altri grazie a una fanatica fascetta rosa, per i vini rossi e verde, per i vini bianchi; fascetta che non solo incorona i nostri vini più buoni, ma che è praticamente un contrassegno di stato nmerato e assegnato a ogni singolo prodotto.

Complicato fare il vino eh?!
Forse quello che produce nonno o il nostro contadino di fiducia rimarrà sempre il migliore, questo sarà passibile a seconda dei nostri gusti e delle nostre tasche.
Quello che ci piace di tutta questa pappina sulla regolamentazione, è che ci sia chi si impegna da sempre, e speriamo per sempre, a garantirci prodotti di qualità anche a dispetto di qualsiasi modus operandi italiano, un paese dove troppo spesso vige il motto: "fatta la legge trovato l'inganno"!

Mi viene d'obbligo a questo punto, fare anche un salto sulle specifiche del food...
Parliamo di D.O.P. e I.G.P.
D.O.P. Denominazione di Origine Protetta
Questa disciplinatura, indivudua i prodotti legati ad un determinato territorio, ben delimitato e assai ristretto sia per materia prima, sia per modalità di lavorazione; l'I.G.P. ovvero Indicazione Geografica Tipica, contraddistingue quei prodotti tipici che nascono in una più ampia zona di produzione e tipicità.
Se è vero che...

"Dio, prima della creazione, era a sé stesso un segreto: dovette creare per conoscersi."

Christian Friedrich Hebbel, Diario, 1835/63


E' giusto specificare che queste discipline nascono e crescono quotidianamente per garantire sicuramente qualità e prodotti legati al territorio, ma di fatto non sono un parametro assolutistico di giudizio.
Che significa?!
Significa che assaggeremo dei vini I.G.T. buonissimi e molto spesso migliori di alcuni D.O.C., ma anche D.O.C.G., stessa cosa per gli olii extra vergini d'oliva o formaggi.
Capire queste discipline di produzione serve ad entrare in contatto con le realtà produtive e con il territorio a cui sono legate, poi sta di certo a noi affinare i propri gusti, legandoli alla buona tavola.

Per saperne di più...

per i vini: by lovingitaly
per il food by wiki






FAR SFUMARE UN FILETTO DI PERSICO...
NON HA PREZZO!!


Vi è mai capitato di aprire una bottiviglia di vino che, come si usa dire, sa di tappo??
Potreste anche dire, senza vergogna, che non ve ne accorgereste mai, bevendola come fosse la migliore riserva del più nobile dei vigneti... questo a patto che non facciate di peggio riponendola in frigo e dicendo fieramente: "ma che butto... io ci cucino!!"
Tra le due alternative, il "gusto" è meglio non averlo, che rovinarlo.
Quando pensiamo a tutti gli ingredienti liquidi da utilizzare in cucina, viene naturale nella maggior parte dei casi, pensare che la qualità non sia importante; ora, che qui non vogliamo fare i sofisticati e che quindi, possiamo benissimo cucinare con un latte da 0,79cent, piuttosto che un Rum da 8,00euro o un vino da 1,50euro, è sacrosanto, ma che si cucini con un latte scaduto, un Rum svaporato o un vino rovinato... anche no!!
Tra i tanti liquidi, il vino è quello che maggiormente si utilizza pur essendo NON buono.
Questo decompone i principi di qualsiasi piatto, anche il più semplice; sarebbe troppo facile dire che insaporire un brasato con un barolo strutturato renderebbe eccelso il nostro piatto, come poter dire che una restrizione di barolo chinato impreziosirebbe una nostra fonduta, la questione è pero, che anche uno Chardonnay a buon mercato può fare la sua figura nello sfumare un filetto di persico... se è integro(il vino)!!
Altrimenti potreste sempre fare una crema con uova scadute e latte cagliato...

Una buona tavola, garantisce una buona vita, e noi tutti sappiamo che specialmente il "giro" vita, è importante!!

Avere una dispensa di prodotti d'eccellenza, purtroppo, non è nella possibilità di tutti pur essendone nel diritto, ma usare vino andato e non più buono per cucinare, è un harakiri che un pesce persico... come ognuno di noi, non può permettersi.

Il gusto è il buon senso del genio.
François-René de Chateaubriand, Saggio sulla letteratura inglese, 1836

Un genio, non si lascia sfumare un fletto di persico...







 CLASSIFICA INCROCIATA VINI 2013

ALZARE IL GOMITO CON IL NR 2...
FA RIDERE DI GUSTO!


Oggi è possibile trovare decine e decine di guide ai migliori vini d'Italia, quello che io mi chiedo e che chiedo a voi.... ma qual'è quella giusta?
A volte si discostano così tanto nelle valutazioni degli stessi prodotti, che mi convinco sempre di più del mio principio chiave... "la cose più buone sono quelle che ci piacciono"!!
Dobbiamo però pur dire, che dei fari nel mondo di settore servono e sono necessari a chi, con curiosità e passione, si avvicina o approfondisce un universo affascinante come quello del vino.
Di certo nessuno può permettersi di assaggiare tutti i vini d'Italia... se non fosse che per questioni di tempo e fegato, ma avere almeno un'idea del panorama d'eccellenza che appartiene al nostro paese, deve far parte di un bagaglio da sviluppare poi cucito addosso secondo le proprie misure.
Qualche sera fa il Passito di Donna Fugata, a chiusura di altri grandi vini della stessa cantina, è stato l'ospite d'eccellenza della cena gastronomica itinerante del nuovo format "Ciak si cucina"; in buona compagnia, il sottoscritto ne ha degustato con responsabilità qualche millilitro in più.... ma era irrestitibilmente buono! (In effetti lo metterei al nr 1 della classifica, se avesse senso inserire un liquoroso insieme a dei vini... vabbè!!)
A parte questa piccola parentesi, così come per il vino, anche internet è oggi un immenso contenitore di siti che parlano di tutto, quindi oggi per voi, ho trovato su uno dei mei preferiti quest'articolo che risolve il grande dilemma di questo post...
Una classifica "incrociata".... sarà vera?!
Vediamola....



1 commento:

  1. Questi vini bianchi della Sardegna mi piacciono molto, alcuni già li conosco bene, altri MI TOCCHERÀ approfondire
    Mi piacerebbe organizzare insieme una degustazione dove esaltare i sapori dei miei Finger Food con questi NETTARI
    Pesce, carne, praline di formaggi speziati, frutta caramellata e dolci rigorosamente artigianali... Dalla A alla Zenzero!
    Eleonora Cesarini

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